Nota stampa: Di fronte alle sfide e alle opportunità delle globalizzazione come rispondono Cristianesimo e Buddhismo? Quali proposte avanzano sui grandi temi della formazione giovanile, dell'integrazione sociale e culturale, dell'etica dei consumi e della protezione dell'ambiente? E come possono collaborare? Domande che tutti ci poniamo, oggi, in un Giappone colpito dalle calamità e dai disastri causati dalla natura e dall'uomo. Vicende drammatiche che hanno mostrato al mondo intero l'immagine di un Paese scosso ma anche straordinariamente forte, coeso e saldamente ancorato ai valori della sua tradizione e delle sue millenarie radici filosofiche e religiose. Una esperienza che invita ad una riflessione attenta e profonda e che porta a riproporci insieme le grandi questioni che interrogano da sempre il cuore dell'uomo: il dolore, l'amore, il significato della realtà, la ricerca della felicità, la fragilità umana. Per iniziare questo viaggio di riflessione e confronto tra religiosi, studiosi ed esperti europei e giapponesi vorremmo che si partisse dal pensiero di don Luigi Giussani, fondatore del movimento cattolico di Comunione e Liberazione, del suo fondamentale ecumenismo, della sua apertura verso ogni diversità e per parte giapponese dalla grande tradizione delle Scuole Shingon e Soto, con il loro approccio aperto al dialogo e alla comprensione delle diverse esperienze religiose e umane. Nel solco di questa ricercasi inserirà anche la riflessione di Fosco Maraini, che ha contribuito in modo determinante agli studi sul Giappone e sulle diverse realtà del continente asiatico. Del resto proprio sullo spunto delle grandi domandi che premono sulla coscienza di ogni uomo si avviò nel 1987 un dialogo tra lo stesso don Giussani e le autorità della Scuola Shingon, incontrate al Monte Koya nel corso di una visita che viene ancora ricordata con emozione. Da quel dialogo scaturì una amicizia profonda, proseguita di anno in anno a Rimini nel Meeting per l'Amicizia tra i Popoli, diventato vero centro