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Napoli - RICERCA. ALLA FEDERICO II PUNTO SU PARTENARIATO MALATTIE INFETTIVE EMERGENTI (03.04.25)

2025-04-03 4 Dailymotion

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Napoli, 3 apr. - Al via oggi, all'Università degli studi di Napoli Federico II, la Inf-Act Conference 2025, la conferenza scientifica focalizzata sulle malattie infettive emergenti. Un tema quanto mai attuale, considerando i ripetuti focolai italiani di malaria, il rischio di influenza aviaria, i casi segnalati di virus Oropouche, di Zika, Dengue, West Nile. O come le emergenze sanitarie attuali e future, per esempio l'antimicrobico resistenza, che preoccupa l'intero sistema sanitario internazionale. Il congresso, dal titolo "A Step Ahead - Un Passo più Avanti", è organizzato dalla fondazione Inf-Act, hub del partenariato esteso Mur dedicato alle malattie infettive emergenti, e si svolge fino a sabato 5 aprile. "Raccontiamo lo stato dell'arte del partenariato Inf-Act, un partenariato nato alla fine dell'esperienza negativa del Covid - ha detto il rettore della Federico II, Matteo Lorito - per rendere il Paese più competitivo sul controllo e la gestione delle malattie infettive, che prima o poi torneranno purtroppo a diffondersi. Noi dobbiamo farci trovare pronti e il partenato esteso, di cui oggi si raccontano le attività scientifiche, ci dimostra come questo sia diventato fondamentale e di come l'Italia sia in grado di essere più competitiva e anche più sicura rispetto al rischio di malattie infettive, che, con il cambiamento climatico, con la movimentazione oramai facilitata delle merci e delle persone, sono un potenziale problemi all'ordine del giorno". Un partenariato che "affronta la questione in maniera moderna - ha ricordato Lorito -, secondo il concetto di One Health: non basta che il medico curi la salute del paziente, ma bisogna curare la salute dell'ambiente affinché il paziente non si ammali. Questo è il principio generale al quale tutta la medicina oramai si sta rivolgendo e che significa collaborazione tra le diverse discipline. Quindi, non solo il medico, ma anche chi si occupa di ecologia, chi si occupa di scienze ambientali, chi si occupa anche di agraria, di risorse naturali: tutti insieme per rendere la nostra vita un po' più sicura, po' più attenta ai rischi che derivano dalle malattie effettive". Alla conferenza ha partecipato anche la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che ha sottolineato come le infrastrutture di ricerca debbano "durare oltre il 2026, cioè andare oltre il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Noi pensiamo che attraverso le infrastrutture di ricerca si possa far tornare in Italia quella categoria che noi chiamiamo i cervelli in fuga, i ricercatori che hanno deciso di andare altrove a studiare. Infrastrutture come queste sono un'ottima ragione per tornare". In un messaggio di saluto, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ricordato che "il Pnrr ha dato un impulso straordinario a progetti che uniscono progresso tecnologico, sostenibilità ambientale e tutela della salut